Cerchiamo di fare un po' di chiarezza sulle nuove indicazioni che il Ministero della Salute (con circolare del 12 ottobre 2020), riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica.
ISOLAMENTO
L'solamento dei casi di documentata infezione da SARS-CoV-2 si riferisce alla
separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo
di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione
dell’infezione.
QUARANTENA
La quarantena, invece, si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane
per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte
ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare
l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.
CASI POSITIVI ASINTOMATICI
Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono
rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo
(10 giorni + test).
CASI POSITIVI SINTOMATICI
Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono
rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).
CASI POSITIVI A LUNGO TERMINE
Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al
test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere
prolungato).